Aver diagnosticato gli attacchi di panico cura prima di tutto il bisogno del soggetto di aver cominciato a capire, ma non significa automaticamente sapere che tipo di terapia intraprendere, in quanto tutta un serie di quadri clinici sono compatibili con questo sintomo. Quindi secondo noi se ha senso di parlare di tecniche specifiche per gli attacchi di panico che mirano esclusivamente a neutralizzare il solo sintomo, ha ancora più senso cercare di capire il perché della sintomatologia. L’individuo, se arriva a svilupparlo è perché si trova incastrato in situazioni della vita da cui non è in grado di uscire da solo, e non potrebbe essere altrimenti, visto che è l’individuo stesso che crea tali situazioni, anche se probabilmente non se ne rende conto. È per questo motivo che uno degli approccio che tratta direttamente le cause del sintomo è l’approccio analitico (si veda la terapia per gli attacchi di panico).
Esistono comunque altri approcci che mirano ad escludere solo il sintomo, tramite l’uso di tecniche, che qui di seguito descriviamo brevemente. (Si veda anche la pagina sulla cura) Ricordiamo tuttavia che in molti casi, affrontare soltanto il sintomo, invece che le cause profonde, equivale a, per usare una metafora, coprire con una toppa una camera d’aria bucata. Toppa che può funzionare per breve tempo e che a lungo andare può rendere poi anche più difficoltosa la cura completa del sintomo e la risoluzione delle situaizioni problematiche dell’individuo.
Tecniche cognitive per curare gli attacchi di panico, cura e diagnosi
La prima parte, “Attacchi di panico cura” è soprattutto informativa; alcune persone vengono già aiutate per il semplice fatto di comprendere esattamente che cosa è un disturbo da attacchi di panico, e che molti altri soffrono dello stesso problema. In alcuni casi, dunque, curare gli attacchi di panico significa semplicemente conoscere più approfonditamente il fenomeno. Molte persone che soffrono del disturbo da attacchi di panico temono che gli attacchi significhino che stanno “impazzendo” o che il panico possa indurre un attacco di cuore. La “ristrutturazione cognitiva” (il cambiamento del modo di pensare) aiuta le persone a rimpiazzare questi pensieri con modi più realistici e positivi di vedere gli attacchi.
Con il susseguirsi delle sessioni del trattamento le tecniche cognitive possono aiutare il paziente a identificare i possibili fattori scatenanti degli attacchi. In un caso specifico il fattore scatenante può essere un pensiero, una situazione o qualcosa di impercettibile come un leggero cambio nel battito cardiaco. Una volta che il paziente capisce che l’attacco di panico è separato e indipendente dal fattore scatenante, questo fattore comincia a perdere un po’ del suo potere nell’indurre un attacco.
Tecniche comportamentali per curare gli attacchi di panico
La componente comportamentale della terapia degli attacchi di panico cura prima di tutto, dunque, il sintomo in sé. Può consistere in ciò che un gruppo di clinici ha definito “esposizione interocettiva” (o anche esposizione enterocettiva). Questa è simile, per alcuni aspetti, alla desensibilizzazione sistematica usata per curare le fobie, ma ciò su cui si concentra è l’esposizione delle sensazioni fisiche che qualcuno sperimenta durante un attacco di panico.
Le persone con il disturbo da attacchi di panico sono più spaventate dall’attacco vero e proprio che da oggetti o eventi; per esempio, spesso la loro paura di volare non consiste nel pensare che l’aereo possa cadere, ma nel pensare di poter avere un attacco di panico in un posto, l’aereo appunto, in cui non possono ricevere aiuto. Altri non bevono caffè o non vanno in un ambiente surriscaldato perché temono che questi possano scatenare i sintomi di un attacco di panico.
L’esposizione interocettiva può aiutare queste persone a sperimentare i sintomi di un attacco (frequenza cardiaca elevata, vampate di calore, sudorazione, e così via) in condizioni controllate e insegnare loro che questi sintomi non devono necessariamente svilupparsi in un attacco completo. Le tecniche comportamentali vengono usate anche per trattare gli evitamenti situazionali associati con gli attacchi di panico. Un trattamento per le fobie efficace è l’esposizione dal vivo, che nei termini più semplici significa frantumare una situazione spaventosa in passi piccoli e maneggevoli facendone uno per volta finché viene padroneggiando il livello più difficile. Va detto tuttavia che questa tecnica in passato si è rivelata inutilmente traumatica, infatti questa terapia per gli attacchi di panico cura il sintomo ma contemporaneamente può far nascere nello stesso soggetto un altro disturbo, quindi le tecniche più consigliate rimangono altre (come la desensibilizzazione sistematica immaginativa usata in ipnosi o in autoipnosi, per esempio).
Le tecniche di rilassamento possono aiutare ulteriormente qualcuno a superare un attacco di panico. Queste tecniche includono una rieducazione alla respirazione e la visualizzazione positiva. Alcuni esperti hanno scoperto che le persone con disturbo da attacchi di panico tendono ad avere una frequenza di respirazione leggermente più alta del normale. Imparare a rallentare la frequenza respiratoria può aiutare qualcuno ad vincere gli attacchi di panico e può anche prevenire futuri attacchi.
Rimedi per gli attacchi di panico cura n°1: la psicoterapia
Se si soffre di disturbo da attacchi di panico, queste terapie possono aiutare. Ma non si possono fare da soli; tutti questi trattamenti devono essere strutturati e prescritti da uno psicoterapeuta regolarmente iscritto all’albo nazionale.
Rimedi per gli attacchi di panico cura n°2 : i gruppi di discussione
Infine un gruppo di supporto con altri che soffrono di disturbo da attacchi di panico può essere molto utile per alcune persone. È stato riscontrato che anche in caso di comunità virtuali, il senso di accoglienza e la condivisione di problematiche comuni può avere alcuni effetti benefici. Naturalmento questo non può prendere il posto di una terapia, ma può essere un’utile aggiunta.
Rimedi per gli attacchi di panico cura n°3: i farmaci
In alcuni casi possono servire anche i farmaci. Possono essere prescritti farmaci ansiolitici così come antidepressivi e qualche volta farmaci per le cardiopatie (come i beta-bloccanti) che vengono usati per controllare il battito cardiaco irregolare.
Durata della terapia necessaria per vincere gli attacchi di panico definitivamente
Soprattutto con le terapie di tipo cognitivo o comportamentali, il successo del trattamento dipende soprattutto dalla buona volontà di seguire il piano del trattamento prescritto. Dalla quantità e qualità degli esercizi svolti, che a volte possono essere veramente invasivi, come quello di tenere diari durante l’arco della giornata. Spesso gli psichiatri e gli psicologi cognitivo-comportamentali, fissano un numero limitato di sedute, di solito abbastanza ristretto, tipo 10 – 20 sessioni, spiegando in anticipo che i risultati dovrebbero arrivare ma, se non arrivano, allora si fa di nuovo il punto della situazione e si stabilisce un altro piano di trattamento. L’individuo si trova così indotto a seguire un altro piano di trattamento, finché, se i risultati non arrivano, non perde la fiducia nella psicoterapia tour-court e si rassegna al sintomo o alla dipendenza da farmaci.
Bisogna tenere in mente, comunque, che il disturbo da attacchi di panico cura, come ogni altro disturbo emozionale, non è qualcosa che ci si può diagnosticare o curare da soli. Uno psicoterapeuta o uno psichiatra esperti sono le persone più qualificate per fare la diagnosi, così come sono gli unici professionisti qualificati per trattare questo disturbo. Queste pagine sono state pensate per rispondere alle domande più basilari riguardo il disturbo, ma se si vogliono avere delle informazioni più complete per curare gli attacchi di panico, allora occorre andare a trovare uno psicoterapeuta esperto.